Giornata diocesana delle comunicazioni sociali

Essere sempre e ovunque connessi è ormai la parola d’ordine dell’homo multitasking del terzo millennio, cioè della persona che si collega a internet con strumenti e dispositivi differenti. Se alla fine del 1999 si navigava in rete tramite linee telefoniche Isdn e analogiche, oggi l’Adsl e la banda larga grazie alla fibra ottica offrono la possibilità di ascoltare la radio, guardare la tv, sfogliare un giornale direttamente sul web con un Pc portatile, sugli smartphone e sulle tavolette digitali come l’iPad. Tutto in movimento: in treno, in aereo, al bar oppure dal barbiere. Il tempo che stiamo vivendo è quello del web 2.0, la seconda fase di Internet, cioè quella caratterizzata dalle ‘Reti sociali’, ossia i social network come Facebook, Twitter, MySpace, LinkedIn, i blog e tutto ciò che permette agli utenti di condividere,partecipare e generare contenuti. Se prima infatti si navigava su Internet per esplorare e informarsi, oggi si naviga per generare contenuti informativi.
Non a caso viene utilizzato il termine User genereted content, cioè contenuti generati dagli utenti.
Un comportamento che è destinato a crescere grazie all’implementazione delle nuove tecnologie e a un miglioramento delle possibilità di accesso a Internet. Basta leggere alcuni dati per comprendere il fenomeno: primo fra tutti, la ricerca dell’Università cattolica del sacro cuore di Milano commissionata dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei presentata a Macerata in occasione del convegno nazionale promosso in collaborazione con il Servizio informatico della Cei (www.chiesacattolica.it/ucs).
Gli adolescenti e i giovani, cioè quelli che da più parti vengono definitivi ‘nativi digitali’ sono i più connessi. L’elemento più interessante per comprendere le modalità con cui le nuove generazioni comunicano, condividono, partecipano è senza dubbio la musica. Ascoltare oppure acquistare on line file musicali è uno dei primi fenomeni interattivi grazie a piattaforme e applicazioni sempre nuove è possibile avere a disposizione in ogni momento tutta la propria musica preferita. Con YouTube poi è possibile condividere e creare canali video mentre con l’enciclopedia on line Wikipedia si può ‘collaborare’ alla stesura di una voce modificandola come e quando si vuole dal computer o dai dispositivi mobili. La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca di una ricerca autentica di incontro personale con l’altro, ma occorre fare attenzione ad evitarne i pericoli: uno tra tutti il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo e finire per non capire più la differenza tra il reale e il virtuale. Al riguardo sono di insegnamento le parole di Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra il 5 giugno. Il Papa ha invitato i cristiani ‘ad unirsi con fiducia e con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti che l’era digitale ha reso possibile’.
Non semplicemente per soddisfare il desiderio di essere presenti, ‘ma perché questa rete è parte integrante della vita umana. II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa’ scrive il Papa.
Anche in questo campo, aggiunge il pontefice ‘siamo chiamati ad annunciare la nostra fede che Cristo è Dio, il Salvatore dell’uomo e della storia, Colui nel quale tutte le cose raggiungono il loro compimento (cfr Ef 1,10)’. La proclamazione del Vangelo richiede una forma rispettosa e discreta di comunicazione, che, sottolinea Benedetto XVI ‘stimola il cuore e muove la coscienza; una forma che richiama lo stile di Gesù risorto quando si fece compagno nel cammino dei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35)’, i quali furono condotti gradualmente alla comprensione del mistero mediante il suo farsi vicino, il suo dialogare con loro, il far emergere con delicatezza ciò che c’era nel loro cuore. Alle parole del Papa si aggiungono anche gli Orientamenti pastorali dei vescovi italiani per il decennio 2010-2020 Educare alla vita buona del Vangelo dove al n.51 si legge che “L’impegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrà costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesa”.