Nicosia. Ad ottobre in Seminario il convegno catechistico diocesano

La comunità cristiana grembo che genera alla fede

Per il prossimo 31 ottobre l’Ufficio catechistico diocesano promuove un convegno diocesano per gli operatori della catechesi, in particolare per chi si occupa
di aiutare la crescita nella fede dei fanciulli e dei ragazzi. Una giornata di formazione che prevede anche la consegna del mandato ai catechisti con una celebrazione che sarà presieduta dal nostro vescovo, monsignor Salvatore Muratore. Ne abbiamo parlato con don Nicola Ilardo che è responsabile dell’Ufficio.
Don Nicola, perché avete scelto questo tema per il Convegno? Si è convinti che una grande sfida attende le nostre comunità, tornare ad essere luoghi di crescita nella esperienza della fede. Si deve passare dalla teoria alla prassi, dal catechismo come dottrina alla fede come esperienza e proposta di vita nuova. Viviamo in un contesto – già profetizzato anni fa da Romani Guardini, De Lubac, l’allora cardinale Ratzinger (Benedetto XVI) ed oggi anche dal gesuita padre Rupinik – è finito il tempo della proposta di fede come argomentazioni dogmatiche, ed inizia una nuova era: quella della testimonianza, della bellezza, del simbolo. Come nei primi secoli del cristianesimo. Le nostre comunità sono pronte a questa conversione pastorale? Le conversioni richiedono tempo, preghiera e anche santi, ma anche decisione. Sono sicuro che non mancheranno neanche oggi. Forse le nostre comunità dovranno accettare di fare lo sforzo non indifferente verso una pastorale – come chiede anche papa Francesco – che punti sulla fraternità. Noi veniamo da quattro secoli di individualismo, di devozionismo e di moralismo e oggi facciamo fatica ad accettare il nuovo, ma dobbiamo accogliere la sfida. Una sfida anche per i catechisti! Direi anche una opportunità. Noi celebriamo questo convegno a dieci anni del Sinodo diocesano e dopo l’evento di un Bicentenario, credo che abbiamo abbastanza sollecitazioni per accogliere come opportunità le sfide del momento. Riusciremo solo se camminiamo insieme. Ecco perché il Vescovo ha voluto anche la celebrazione ufficiale di un “mandato” ai catechisti.