Omofobia – Evitata la confusione

Il Parlamento ha rappresentato la mentalità e il sentire della gran parte delle famiglie e delle persone italiane’. È il commento di Giulia Paola Di Nicola, condirettrice della rivista ‘Prospettiva persona’, al responso della Camera, che ha accolto ieri le pregiudiziali di costituzionalità riguardanti la legge contro l’omofobia, presentato dalla deputata del Pd Paola Concia. Le pregiudiziali, presentate da Udc, Lega e Pdl, sono passate con 293 sì, 250 no e 21 astenuti. È la seconda volta che il ddl viene ‘bocciato’: nell’ottobre 2009 c’era stato un precedente analogo, sempre alla Camera. Quello del Parlamento – spiega la sociologa al SIR – ‘è un segnale positivo, innanzitutto perché evita una sorta di discriminazione al contrario: che ad essere aggredito sia o meno una persona omosessuale, è un fatto sempre secondario all’aggressione stessa, sempre punita dal nostro ordinamento’. ‘Il diritto di non essere vittime della violenza – puntualizza Di Nicola – appartiene a tutti, ma non si può trasformare in privilegio, come se un torto fatto ad alcune categorie di persone non fosse uguale ad un torto fatto ciascuno di noi. Prevedere una maggiorazione di pena, in alcuni casi piuttosto che in altri, sarebbe un errore: un’aggressione è un’aggressione, e come tale va sanzionata e perseguita, sempre e comunque’.
L’esperta ci tiene a precisare che ‘un conto sono le pretese avanzate dal ddl contro l’omofobia, che hanno carattere ideologico, un altro sono gli episodi di razzismo o xenofobia, da stigmatizzare e punire in ogni caso’. Alla base delle richieste del ddl, secondo la sociologa, c’è ‘l’ideologia del ‘gender’, che tende ad eliminare ogni differenza biologica sulla base del principio dell’autodeterminazione, secondo il quale il sesso è solo un ‘prodotto’ culturale’. ‘Glissando sui termini sessualità, genere e orientamento sessuale e riducendo l’identità sessuale ad una opzione – spiega l’esperta – si nega l’esistenza dei due generi nella loro naturale connotazione, come se il corpo e la natura non fossero una dotazione di natura con cui tutti noi dobbiamo fare i conti, e non esercitassero alcun condizionamento sul nostro modo di essere persone’. ‘Libertà’, dunque, come ‘delirio di onnipotenza’, che fa sì che ‘tropo spesso si passi dal rispetto della minoranze alla loro esaltazione – fino a volerne fare una sorta di ‘specie protetta’ – e infine alla ghettizzazione delle maggioranze’, conclude Di Nicola (SIR).