Convegno diocesano…”in cammino verso la Giornata Mondiale delle Famiglie”

“Don Paolo, nella tua agenda c’è posto per una visita nella nostra Diocesi?”.
“Fatemi guardare un po’…si può fare”. Due frasi: brevi, essernziali, che ci hanno permesso di accogliere a Nicosia don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare.
Un sorriso aperto, cordiale; un entusiasmo che coinvolge, che lo spinge ad andare instancabilmente su e giù per l’Italia, a svolgere la sua missione a servizio della famiglia.

Un linguaggio semplice, come la vita quotidiana, ma che rivela un’ampia conoscenza e una profonda comprensione delle problematiche in cui si dibatte la famiglia oggi. Parole chiare, dirette, che non nascondono la verità, anche quella più scottante, ma che aprono alla speranza.Situazioni e occasioni della vita in famiglia individuati e valorizzati perchè sono importanti per costruire la relazione all’interno della famiglia stessa; temi come la casa, il senso della domenica o della festa, il lavoro, i piccolo riti quotidiani che posso trasformarsi in occasione di incontro, di confronto e di crescita ed infine la preghiera, tra gli sposi e con i filgi, che non è un di più, ma un momento di forte coesione e di offerta a Gesù di quanto la famiglia vive nel quotidiano.
Parole che ci hanno giudato a comprendere quanto concreta e attuale possa diventare la Parola e che le familgie credenti, se si lasciano guidare e ispirare da essa, possono diventare vere protagonoste dell’evangelizzazione del terzo millennio.
Abbiamo capito che “chiesa domestica” non è quella famiglia “fortemente spiritualizzata”, che si astrae dalla società che la circonda per vivere in una condizione quasi di isolamento ascetica, ma è una famiglia che vive al suo interno tutte le crsi che le sono proprie es anche quelle del momento sociale attuale, am con la forza e la luce che le viene dal Sacramento degli sposi.
“Essere chiesa domestica -dice don Paolo – vuol dire innanzitutto scoprire che non si può vivere da soli, capire che non si è infrangibili, e accogliersi nella reciproca fragilità”.
Comprendiamo, allora, quanto sia importante nelle relazioni scoprirsi nella verità dei sentimenti e che manifestare le proprie paure e fragilità non ci rende deboli, ma più aperti e disponibili a raccogliere quelle degli altri. E’ questo un modo, afferma don Paolo, per convertirci ogni giorno, per umanizzare gli ambienti che vivivamo, ma sopratutto è la via per vivere quella comunione indispensabile per promuovere la nuova evangelizzazione.Non sono mancati esempi di coppie – “Apostoli del terzo millennio”- che, pur tra le difficoltà del quotidiano, hanno saputo incarnare la fede al tal punto da fare di quelle difficoltà la strada per la loro santità. Le coppie presenti erano assorte, attente a cogliere ogni sfumatura; un unico rammarico: le ore volate via in fretta La corsa all’aeroporto, il caffè al bar è l’occasione per un’ultima riflessione: la famiglie, la parrocchia; noi sposi, voi preti, due Sacramenti che vanno valorizzati nella relazione, persone che sappiano camminare insieme, in “continuo stato di conversione” per parlare al mondo di oggi dell’amore di Dio.
Grazie, don Paolo, per l’occasione unica che ci hai permesso di vivere; per la tua disponibilità, familiarità e saggezza.
Mentre ci salutavamo all’imbarco, abbiamo pensato:”Chissà se potremo chiederti ancora di ritornare…”.