Lettera aperta del Vescovo al Prefetto di Enna sulla situazione di disagio infrastrutturale ed economico che vive il nostro territorio

Al Sig. Prefetto di Enna
                                                                                              Dott.ssa Clara Minerva
 
 
Eccellenza,
 
            mi permetto scriverLe per sottolineare la situazione di grave disagio in cui versano le popolazioni del territorio della parte nord della Provincia di Enna.
Se si dovesse dare una nomenclatura alla situazione che vive da anni e sta vivendo ancora il territorio di Nicosia e dintorni potremmo descriverla con due semplici parole: desertificazione e abbandono.
La desertificazione è un processo che è in atto da tempo e che sta portando a svuotare il nostro territorio. Concorrono allo spopolamento il problema delle strade, la disoccupazione galoppante, la situazione problematica dell’agricoltura, le vicende del Tribunale, del Carcere e degli Ospedali di Nicosia e di Leonforte, e per finire la fuga delle intelligenze.
 
Le mulattiere
Lei certamente conosce le nostre strade; ma ci piacerebbe farle conoscere anche a coloro che decretano tagli, accorpamenti e chiusure. Vorremmo far conoscere la Nicosia-Agira, la Nicosia-Leonforte, la Nicosia-Troina, la Agira-Regalbuto-Centuripe, la Troina-Gagliano-Agira, la Nicosia-Ponte Cinque Archi. Sono le mulattiere a groviera che siamo obbligati a percorrere continuamente, ogni giorno, per necessità e per lavoro; sono queste strade ‘antidiluviane’ che mettono a rischio la vita di chi le percorre e che impediscono il decollo della vocazione turistica del nostro territorio.
Prima di offrire tagli alla povera gente si è pensato ad offrire una possibile e doverosa vivibilità alle persone? Tutti i cittadini del territorio pagano le tasse, tutti hanno gli stessi diritti. Non è giusto che nello stesso Paese esistano le autostrade a tre corsie e le mulattiere del nostro territorio. Non è giusto che a soffrirne debbano essere sempre gli ultimi.
 
La disoccupazione
Qui da noi, come Lei sa, la disoccupazione è arrivata a livelli altissimi. Appare pertanto poco opportuno e ingiusto che si continui ad infierire nel depauperare il territorio di servizi, strutture e possibilità economiche. Così chiudono anche le poche imprese che sono rimaste e si aprono le voragini di famiglie senza reddito, di uomini e di donne che bussano numerosi alle porte delle nostre Parrocchie per avere qualche minimo sollievo. La nostra porta rimarrà comunque e sempre aperta, ma non è dignitoso, per chi è costretto a chiedere, non avere la possibilità di vivere del frutto del proprio lavoro.
 
La situazione agricola
L’agricoltura, una delle poche risorse del nostro territorio, non riesce a decollare; da una parte la situazione viaria e dall’altra l’assenza di politiche che ne incentivino la produttività e la commercializzazione portano ad una fase di stallo se non di regressione.
 
Le vicende del Tribunale e del Carcere
Perché chiudere e accorpare un Tribunale che non ha nessun costo per lo Stato, che funziona bene e che è vicino alla gente che serve? Vale solo la ragion di Stato, valgono solo le motivazioni economiche o valgono le persone che chiedono di essere maggiormente tutelate nelle loro necessità?
Perché accanirsi a non volere accordare nemmeno una proroga? Sul Carcere si è aperto un piccolo spiraglio, è un piccolissimo cenno di speranza di fronte al silenzio su tutto il resto.
In qualche risposta istituzionale la protesta è stata liquidata superficialmente come se fosse un piccolo sciopero di scolari. Qui la gente sta soffrendo ed è esasperata. Attende di essere presa in considerazione.
 
I problemi degli Ospedali
Di fronte all’ultimo tragico episodio avvenuto all’ospedale di Nicosia, in un altro mio recente intervento, mi sono domandato: «A cosa porta il depotenziamento di un territorio così isolato ed impervio dove la rianimazione più vicina rimane quella di Enna con i suoi soli due posti letto? La risposta la troviamo nei fatti che periodicamente accadono e lasciano tramortiti; in queste condizioni ai nostri cittadini viene tolto anche il diritto alla sopravvivenza. Le famiglie del nostro territorio hanno bisogno di risposte, hanno bisogno di sentirsi tutelate nei diritti fondamentali. E la risposta non può essere ‘chiudiamo’. Noi ci aspettiamo che la risposta sia ‘dotiamo il territorio – di Nicosia, di Leonforte, il nostro territorio – di strumenti idonei ad assicurare almeno la sopravvivenza’.
Chiediamo con forza che episodi di morti come questa non ritornino periodicamente a solcare di dolore le nostre cittadine. Chiediamo con forza e urgenza soluzioni concrete ai problemi. Chiediamo che alle nostre strutture sanitarie vengano ridate efficacia e pronta disponibilità per rispondere ai bisogni essenziali dei cittadini».
 
La fuga delle intelligenze
I nostri giovani se ne vanno; chi consegue una laurea difficilmente rimane nei nostri paesi. Non ci sono spazi di lavoro né opportunità di poter mettere a frutto le competenze acquisite. Così si emigra. È un’altra forma di emigrazione rispetto a quella del passato, ma è pur sempre emigrazione.
Il nostro territorio si impoverisce così di risorse preziose, forse le più preziose: i suoi giovani.
 
Questa la desertificazione, e poi, oltre la desertificazione l’abbandono.
 
Qualcuno mi ha detto che il problema è politico e non istituzionale. Non credo questo sia vero. Ma mi domando: Dove sono i nostri politici, dove sono i partiti che al momento delle elezioni si fanno paladini delle necessità della gente? Dove è lo Stato che tutela e cerca il benessere dei suoi cittadini? Dove sono le Istituzioni Locali che pare ignorino il problema?
Sono domande, Eccellenza, che esigono attenzione e concretezza di risposte.
Stando tra la gente, se ne sente il grido di dolore e si legge la profonda sfiducia e l’estrema esasperazione.
Sento di unire la mia voce alla voce del mio popolo. Ci sentiamo abbandonati, Eccellenza.
Sento di sperare; e la speranza non verrà mai meno, perché ha una radice molto più alta, oltre le nostre sole povere logiche umane.
Ma anche attendo insieme alla mia gente di riconoscere uno Stato che si prende cura e che è preoccupato della sopravvivenza dei suoi cittadini. Attendiamo risposte!
 
Spero che attraverso Lei, Eccellenza, sia informato il Sig. Ministro dell’Interno che qualche anno addietro mi ha dato l’onore di una sua visita qui a Nicosia.
 
La ringrazio per l’attenzione e sono pienamente disponibile a collaborarLa in tutto ciò che può dare fiducia e speranza alla nostra gente.
 
Nicosia, 7 settembre 2013
 
                                                                                                                               +  Salvatore Muratore – Vescovo