Nuovo appello di Mons. Muratore sulla situazione di abbandono e degrado del nostro territorio
Al Signor Prefetto di Enna
Dott. Fernando Guida
Eccellenza,
torno a distanza di un anno, a scrivere a lei sig. Prefetto, nella qualità di rappresentante delle istituzioni e garante del benessere delle nostre popolazioni.
Torno a scrivere a proposito dell’ultima beffa: il ridimensionamento del finanziamento della Nord-Sud, tratto Mulinello-Nicosia.
L’ultima ennesima beffa. Si tolgono ai poveri anche le briciole… Una strada credo pensata 50 anni fa e per alcuni tratti ancora solo nelle promesse disattese.
Ho attraversato il tratto della Nord-Sud dallo svincolo autostradale di Caltanissetta a Gela, tratto realizzato da più di 30 anni e mi sono domandato perché il tratto Mulinello-Nicosia non è ancora nemmeno agli inizi.
Mancanza di voce in capitolo? Mancanza di protettori? Ai politici interessa forse altro? La politica non dovrebbe servire tutti egualmente, senza lasciare che i poveri diventino sempre più poveri?
Come mai tutti gli altri tratti sono stati realizzati e solo il tratto Nicosia-Santo Stefano ancora singhiozza e il tratto Nicosia-Mulinello è depennato?
Le parole che avevo pronunziate l’anno scorso a proposito della soppressione del Tribunale e della paventata chiusura del Carcere, oggi realtà, erano “desertificazione e abbandono”. Adesso aggiungerei “indignazione”.
Siamo indignati, Sig. Prefetto! Questa strada di collegamento era l’unico punto di speranza per dare respiro ad una economia ormai da tempo messa in ginocchio.
Il nostro territorio ha una vocazione turistica, ma non può essere incentivata, perché nessuno se la sente di percorrere le nostre strade.
Il nostro territorio è fortemente legato alla pastorizia e all’agricoltura, ma nessuno rischia, perché i collegamenti viari, ridotti a pericolosi ricami di piccoli rattoppi e grandi buche, non consentono di collegarsi alla grande distribuzione.
Le piccole imprese senza collegamenti difficilmente trovano sbocchi e possibilità di inserimento nel mercato più ampio.
Si vuole andare da Nicosia ad Enna? Quale strada si prende? Quella dell’Altesina? È impraticabile. Quella di Calascibetta? È chiusa al traffico. C’è quella di Leonforte tortuosa e lunga. Per andare ad Enna per lavoro o per necessità si deve mettere in conto più di un’ora di strada.
E ancora mi domando: come mai nelle nostre strade provinciali e a volte anche nelle nazionali manca la segnaletica orizzontale? Perché non sempre sono curate le cunette e le piccole riparazioni si alternano a gradoni e buche? Noi che siamo soggetti alla nebbia e alla neve, rischiamo di grosso! Chi percorre le nostre strade rischia l’incolumità personale ogni giorno.
Sento il bisogno del cuore di unire la mia voce a quella del mio popolo e gridare forte da una parte tanta indignazione e dall’altra un accorato appello: non lasciateci nella solitudine e nell’abbandono.
Anche i cittadini di questo territorio pagano le tasse, sono parte integrante dell’Italia e meritano rispetto, attenzione, infrastrutture e servizi.
Ma la cosa più grave è che vado notando una serpeggiante rassegnazione, una forma di fatalistica assuefazione, una notevole mancanza di speranza: tanto nessuno ci ascolta! E così chi può fuggire, fugge; i giovani che hanno talento sono disseminati altrove; restano genitori senza figli e qui la vita si appiattisce sempre di più. Molte imprese chiudono e qualcuna riesce a vivere grazie al Progetto Policoro della nostra Chiesa diocesana.
Ovviamente la fila dei bisognosi si allunga davanti alle porte delle nostre Chiese e dei nostri centri di ascolto Caritas; anche perché le istituzioni non sono in grado di dare risposte significative e concrete.
Concludevo la mia lettera dell’anno passato con questa richiesta: “Attendo insieme alla mia gente di riconoscere uno Stato che si prende cura e che è preoccupato della sopravvivenza dei suoi cittadini. Attendiamo risposte!”. Non ci sino state risposte se non piccole e frammentarie. Desideriamo rispetto per la nostra dignità di cittadini.
Spero che attraverso Lei, Eccellenza, sia informato il Sig. Presidente del Consiglio e il Sig. Ministro dell’Interno a cui peraltro era pervenuta anche la lettera precedente.
Papa Francesco in varie occasioni ha detto: Non lasciatevi rubare la speranza! Anche nei momenti oscuri bisogna credere ad un futuro migliore. Bisogna riconoscere che ogni tempo tormentato mette in campo sfide ancora nuove che possono aprire varchi alla speranza. A questo noi ci crediamo.
Noi non finiremo di sperare, non ci arrenderemo alla piatta rassegnazione, vogliamo anche noi rimboccarci le maniche, ma dateci gli strumenti per potere guardare oltre al grigiore di questi tempi.
Vi prego, in nome di Dio, non rubateci la speranza!
+ Salvatore Muratore
Vescovo