Il Respiro dell’Amore: presentata la lettera Pastorale del Vescovo

Da sei anni è il nostro Pastore. Con monsignor Salvatore Muratore condividiamo un percorso comune e abbiamo imparato a conoscerne la capacità di amare fatta di grandi slanci ma anche di una discrezione fuori dal comune. Grandi slanci e discrezione che emergono nella lettera pastorale “Il respiro dell’amore”, prezioso strumento di riflessione che il nostro vescovo ha donato a tutta la Diocesi mercoledì 25 marzo, solennità della Annunciazione del Signore e sesto anniversario della sua ordinazione episcopale.

Per ogni parrocchia, oltre che al parroco, la lettera è stata consegnata ad una famiglia, ad una mamma con un figlio, ad un padre con una figlia, a una coppia che non ha il sacramento del matrimonio, a una coppia di fidanzati, ad una coppia di nonni, ad un giovane e ai diaconi. Una consegna significativa e paradigmatica dei tanti messaggi  contenuti in questa lettera pastorale sensibile e poetica ma al contempo particolarmente concreta ed essenziale che, nei prossimi numeri del giornale,approfondiremo capitolo per capitolo.  La presentazione della lettera alla Comunità diocesana, che si è data appuntamento nella cattedrale di Nicosia, è stata affidata agli sposi e genitori di tre figli Giuseppe Maccarrone ed Alessandra Gulisano, della comunità ecclesiale di Centuripe e componenti della Consulta diocesana per la Pastorale familiare. È seguita la concelebrazione eucaristica per il sesto anniversario di ordinazione episcopale.

Quello che in “Il respiro dell’amore” il vescovo Salvatore Muratore intesse è un “dialogo ideale” nel quale non dimentica nessuno. “A tutte le famiglie – scrive monsignor Muratore – quelle che vivono con gioia la loro comunione, quelle che fanno fatica ad andare avanti per pressanti situazioni economiche, quelle che sono in crisi relazionali, quelle che fanno unità attorno ad un solo genitore, quelle che sono nella sofferenza e nel dolore, quelle che vivono situazioni particolari, a tutte voglio far arrivare la mia vicinanza, il mio affetto, la mia cura e la mia parola,per continuare a raccontare l’amore e la misericordia di Dio che ci raggiunge, e la luce e la forza che il Vangelo immette nelle nostre relazioni”. E se ogni singolo capitolo della lettera ha destinatari diversi, nella sua interezza “Il respiro dell’amore”, offre significativi spunti di riflessione anche a chi non è madre o padre, sacerdote o diacono, fidanzato o nonno, perché il messaggio universale dell’amore e della misericordia di Cristo arriva senza categorie se non quelle della “tenerezza”, della “cura”, della “parola” e del “dialogo”.

Ma in un momento storico complesso come quello attuale che senso ha una lettera indirizzata alla famiglia in tutte le sue declinazioni? Un interrogativo questo che, assieme ad altri, monsignor Muratore si è posto. “Alcune domande mi passano frequentemente per la mente: Ha senso scrivere sulla famiglia proprio in questo momento? Non rischio di cadere nel generico, nel già detto, soprattutto adesso che è stato celebrato un Sinodo sulla famiglia e un altro se ne aprirà? E con i fiumi di parole scritte prima, durante e dopo la celebrazione del Sinodo straordinario e chissà quante se ne scriveranno ancora? Cosa mi induce a scrivere in questo momento?”.

La risposta che il vescovo si è dato è “molto semplice e forse anche molto più ovvia di quanto la complessità delle domande non riveli. Il mio intento non è né fare approfondimenti dottrinali né in questo momento dare risposte a questioni sospese e oggetto di riflessioni particolari. Il mio intento è quello di raggiungere, qui ed ora, il cuore della mia gente, nel tessuto concreto della sua esistenza, là dove sperimenta fragilità e delusioni, mescolate a momenti intensi di gioia e di consolazione”. Il vescovo quindi vuole collocarsi, come per altro ha fatto più volte in questi sei anni di condivisione, “nel quotidiano, nelle gioie e nelle ansie della ferialità, e qui desidero essere presenza amica, parola di fiducia e di speranza, compagnia discreta, che prova con delicatezza a testimoniare la tenerezza e l’amore di Dio,che riempie di bellezza e di forza tutta la nostra esistenza”.