II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi

Si celebra il 18 novembre la II Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

 

«Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3)
Dal dolore alla consolazione

Il Salmo 147 è un testo di lode e di gioia. In esso si celebra il Signore che ha creato il mondo e se ne prende cura, mantenendolo in vita e, allo stesso tempo, non abbandonando mai il suo popolo nel caos del dolore, che sconvolge la quotidianità e a volte fa smarrire l’identità.
L’immagine della cura delle ferite del cuore lascia intendere la capacità di Dio di conoscere la sua gente nel profondo: ci sono ferite che non traspaiono all’esterno, ma che sono incise nell’intimo. Lì Dio sa arrivare per lenire il dolore e per avviare una guarigione profonda.
Il Salmo allude al ritorno del popolo dall’esilio, che esemplifica anche una dinamica esistenziale e spirituale: ogni guarigione è come un ritorno a casa, che permette di recuperare la propria identità perché si ritrova finalmente un ambiente familiare e accogliente.
Questa è la consolazione che aspetta coloro che sono legati al Signore: i dolori non sono esclusi, ma nessun dolore è definitivo. E così nasce la lode che incornicia il Salmo: il Signore non ha lasciato il suo popolo nel momento della sofferenza, né ha atteso che si riprendesse da solo. Lo ha invece raggiunto per riportarlo a casa, per consentirgli di tornare ad essere sé stesso: il popolo dei salvati.
Da queste riflessioni nasce il tema della II Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, che intende sottolineare questo movimento interiore ed esteriore che diventa impegno per tutti. Non si può distogliere lo sguardo davanti alle ferite provocate da ogni forma di abuso. Ecco, allora, che la consolazione diventa prossimità, accompagnamento, custodia, cura, prevenzione e formazione. La consolazione non è solo un
atto formale e dovuto, ma è un imperativo per la comunità cristiana: non ci può essere guarigione senza la presa in carico del dolore altrui. Nella fiducia del conforto del Signore in ogni dolore, ciascun membro della comunità è chiamato a sostenere questa nuova coscienza che matura e cresce nelle nostre Chiese.