Si è tenuto, sabato 05 Novenbre presso il seminario sant’Agostino di Nicosia, il primo incontro sinodale per l’anno 2022/23 con la presenza dei referenti sinodali delle diverse parrocchie della diocesi, dei responsabili dei gruppi, associazioni, movimenti e confraternite diocesani, nonché, dei sacerdoti e di quanti coinvolti nell’avvio della seconda fase del Sinodo per la Chiesa di Nicosia. Il Cammino sinodale, in questo nuovo anno, sarà dedicato ancora all’ascolto del Popolo di Dio. Non è una ripetizione o una semplice riproposizione del lavoro svolto nel primo anno. L’ascolto prosegue ampliandosi, cercando di coinvolgere persone, gruppi e ambienti finora non raggiunti, e approfondendosi, a partire dai frutti del primo anno e dalle priorità individuate dalla chiesa italiana anche grazie al nostro prezioso contributo diocesano. I “cantieri di Betania” è il titolo del documento della CEI, che contiene le prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale della nostra Chiesa Diocesana. La lettera del nostro vescovo Mons. Giuseppe Schillaci “Dai cantieri di Betania a quelli di Nicosia…” rappresenta un’eco preziosa di tale documento e presenta al suo interno gli orientamenti che la nostra diocesi dovrà seguire in questo secondo anno sinodale. Il Cammino sinodale, comunque, non comporta una sospensione della pastorale ordinaria, che rappresenta sempre la base di riferimento di ogni attività sinodale.
L’incontro è stato caratterizzato dalla consegna di quanto è stato compiuto nell’anno sinodale precedente e dalla presentazione dei “Cantieri di Betania” per il nuovo anno. Nella prima parte, la relazione del Prof. Scornavacche Gaetano, ha presentato il lavoro sinodale svolto in diocesi nel 2022. Alle consultazioni sinodali hanno preso parte 13 parrocchie e si sono coinvolte attivamente 20 Aggregazioni laicali presenti nel territorio. Sono arrivate 36 relazioni che hanno messo in evidenza alcuni temi comuni che vogliono essere la base per i prossimi passi: Necessità e voglia di ricominciare, di riprendere il cammino unitario interrotto prima della pandemia; Bisogno di una Chiesa più attenta ai cambiamenti sociali, capace di sensibilizzare e porre più attenzione ai bisogni dell’uomo moderno per rispondere alle nuove e profonde solitudini, ai bisogni dei giovani e dei più fragili; Maggiore capacità di ascolto, cuore aperto, senza pregiudizi; Diffuso clericalismo, forte individualismo e maggiore corresponsabilità dei laici. La presentazione delle indicazioni nazionali per il nuovo anno sinodale, sviluppata da don Filadelfio Scandurra, è partita dal testo di Luca 10,38-42 che costituisce il testo biblico di riferimento per il secondo anno sinodale. Parole come: ascolto, accoglienza, servizio, casa, relazione, sono risuonate continuamente nei gruppi sinodali a livello locale e nazionale ed hanno disegnato il sogno di una Chiesa come “Casa di Betania” aperta a tutti. Dall’icona biblica della “Casa di Betania”, secondo le indicazioni nazionali sono stati presentati, successivamente tre cantieri sinodali: Il cantiere del villaggio e della strada; Il cantiere dell’ospitalità e della casa; Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale. Il cantiere è uno spazio di sinodalità vissuta, che permetta un confronto ampio e profondo sulla scia della conversazione spirituale. Il cantiere della strada e del villaggio, è costituito dai diversi “mondi” in cui i cristiani vivono e lavorano, cioè “camminano insieme” a tutti coloro che formano la società. Il cantiere dell’ospitalità e della casa vuole approfondire l’effettiva qualità delle relazioni comunitarie e la tensione dinamica tra fraternità e missionarietà. Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale ha come primo obiettivo quello di riconnettere la diaconia con la sua radice spirituale. L’intervento di Sua Ecc. Mons. Giuseppe Schillaci, infine, ha impreziosito l’incontro attraverso una meditazione che orientava tutti a lavorare nella realizzazione dei “Cantieri di Betania” con libertà, mettendosi in ascolto di tutti e seguendo gli orientamenti che lo Spirito Santo suggerirà alla nostra Chiesa di Nicosia. Dal suo intervento è emerso il suggerimento a sviluppare un cantiere per i giovani e per le nuove povertà che costituiscono le “emergenze” ecclesiali e sociali proprie del nostro territorio.