“Facciamo strada insieme”, questo il titolo dell’assemblea sinodale diocesana, svoltasi sabato 24 febbraio nei locali del seminario vescovile; camminare insieme per annunciare il Vangelo, essere discepoli missionari nel proprio territorio, ponendosi in ascolto autentico dello Spirito Santo.
A presiedere la giornata il Vescovo Giuseppe Schillaci, coadiuvato dalla segreteria del Sinodo: Lina Barbagallo, Gaetano Scornavacche, Tanina Li Calzi, don Filadelfio Scandurra, Ludovica Beritelli, Maria Papa. Il cammino sinodale della Diocesi, dopo la fase narrativa che ha contraddistinto l’anno pastorale 2022/2023, è entrato ora nella fase del discernimento.
L’ascolto come modus operandi. La fase narrativa ha permesso di individuare tre cantieri: ascolto, giovani, povertà, come ha chiarito mons. Schillaci nella Lettera Pastorale 2023/2024: <<Uno dei cantieri che è venuto fuori nella sua immediatezza e urgenza è quello dell’ascolto. E’ uno stile da acquisire. Si tratta, evidentemente, di un cantiere che ciascuno di noi dovrà premurarsi di lasciare sempre aperto come d’altra parte è necessario che altri cantieri, emersi nel passato e altri che man mano nel cammino emergeranno, rimangano aperti>>.
I giovani, scrigni preziosi di capacità e risorse. Come ha evidenziato il Vescovo: <<Un cantiere aperto che, in questo nostro tempo, desta una particolare preoccupazione è quello dei giovani, la loro educazione, la loro formazione. Il mio primo pensiero va al mondo della scuola, ai dirigenti, ai docenti, a tutto il personale non docente, ma anche alle famiglie chiamate a un’alleanza responsabile con tutti loro (…) I giovani non pensiamoli solo come oggetti di azione pastorale nei confronti dei quali orientare tutti i nostri sforzi, la nostra creatività e fantasia, ma consideriamoli per quello che sono, prima di tutto soggetti, protagonisti, nella loro esistenza personale e relazionale. Diamogli fiducia! Lasciamo venire fuori tutte le loro capacità e risorse, il bene che c’è in loro, i loro doni, la loro vita, la loro interiorità, insieme alle loro paure, alle loro fragilità e insicurezze che vanno ascoltate, accolte e accompagnate fino in fondo>>.
Povertà, sostantivo plurale. <<L’altro cantiere a cui prestare tanta attenzione, nel nostro cammino sinodale – ha rimarcato Schillaci – sono i poveri, gli ultimi, coloro che non contano nulla. Un cantiere che per la Chiesa non può che essere un’opzione preferenziale, una predilezione, una via privilegiata. Dentro questo riferimento mi è sembrato importante declinare tale scelta al plurale: le povertà>>.
Un tema, quello della povertà, molto caro anche a Papa Francesco che nel novembre 2023, in occasione della settima Giornata Mondiale dei Poveri, da lui stesso istituita, ha definito la povertà uno scandalo di cui Dio ci chiederà conto: <<Pensiamo alle tante povertà materiali, alle povertà culturali, alle povertà spirituali del nostro mondo, pensiamo alle esistenze ferite che abitano le nostre città, ai poveri diventati invisibili, il cui grido di dolore viene soffocato dall’indifferenza generale di una società indaffarata e distratta. Quando pensiamo alla povertà dobbiamo dimenticare il pudore: la povertà è pudica, si nasconde, dobbiamo noi andare a cercarla, con coraggio. Pensiamo a quanti sono oppressi, affaticati, emarginati, alle vittime delle guerre e a coloro che lasciano la loro terra rischiando la vita; a coloro che sono senza pane, senza lavoro e senza speranza. Tante povertà quotidiane, e non sono due, tre, sono moltitudine, i poveri sono moltitudine>>.
Uscire, allora, per andare in cerca delle sorelle e dei fratelli che vivono situazioni di disagio e rischiano che le loro vite vengano fagocitate dalle varie povertà: come faceva don Pietro Sigurani (rettore della Basilica di Sant’Eustachio a Roma, scomparso nel 2022), che non solo per anni ha aperto la sua chiesa ai poveri ma nel 2017 ha pure bussato alla porta di dieci ristoranti del centro di Roma per chiedere di offrire un pranzo come si deve (con tanto di menù) alle persone bisognose.
L’anno pastorale 2023/2024 della Diocesi di Nicosia sarà accompagnato dalla suggestiva icona biblica dei discepoli di Emmaus, prezioso supporto nel cammino di discernimento. A questo proposito mons. Schillaci ha sottolineato: <<Nel nostro cammino lasciamoci anzitutto interrogare dal Signore. Lasciamo l’iniziativa a Lui, lasciamo che sia Lui a parlarci. Il Signore, tuttavia, prima ancora di parlarci si avvicina. Impariamo da Lui! Si può parlare con più credibilità e autorevolezza quando ci facciamo prossimi, vicini, di tutti con generosità, non utilizzando tatticismi o strategie pastorali che ci paralizzano e ci chiudono dentro una visione di calcoli e interessi umani e mondani (…) Lasciamoci inquietare da quello che il Signore stesso ci dice, lasciamoci prendere per mano da Lui con assoluta docilità e apertura>>. (Valeria Lentini)